da: "TRAME D'ARTISTA" (di Marina Giordano) 2012



Un'interessante e ricca ricerca di Marina Giordano attraverso l'uso e la presenza, nelle pratiche artistiche, del filo, dell'ordito e di trame d'artista, dalle avanguardie storiche all'arte dei nostri giorni.



Nel testo, il brano dedicato ad Alfonso Leto:

«(…)I ricordi d’infanzia legano al mondo dl filo artisti come Angelo Filomeno (Ostuni, 1963), affidato all’età di sette anni dalla madre da un sarto per imparare un mestiere e autore di raffinati ricami su seta, di forte impianto pittorico, e il siciliano Alfonso Leto (S.Stefano Quisquina, 1956), figlio di una sarta e marito di un’abile ricamatrice.
Egli ricorda con una vena di nostalgia…
(…) è l’inesauribile serbatoio di felicità che è stata la mia infanzia di figlio di sarta allevato nell’operoso gineceo  di un laboratorio di provincia, dove il lavoro era strettamente connaturato all’idea dell’estetica e del bello.
"Situation comedy" ricamo ed olio su lino. cm. 200 x 150
Nelle sue opere, spesso all’insegna della commistione dei media, la pittura ad olio dialoga con l’arazzo e col ricamo di filato di cotone “a punto filza”, tecnica antichissima e molto diffusa in Giappone, dove è impiegata nel ricamo shashiko per realizzare tessuti trapuntati da abbinare al kimono. Esso permette di dar vita a delicate sfumature e ombreggiature, con una qualità pittorica che ben si coniuga con le superfici dipinte. Se al filo Leto affida la costruzione delle forme, alla pittura in senso stretto ricorre per affiancare alle scene ricamate campiture piatte di colore puro o psichedeliche combinazioni di pattern decorativi (fiori, foglie, volute, quadrati) un esplicito omaggio al ciclo dei Tappeti stesi di Aldo Mondino (1987), che Leto definisce “maestro di ironia e di libertà dell’arte”. Tutto si svolge in superficie, secondo quel suo tipico sistema delle schermate da computer che si aprono come finestre simultanee dinanzi allo spettatore. In Sibilla, una donna nuda coronata di rose, una ninfa o una dea pagana, tiene sulle ginocchia un computer portatile e accanto a lei campeggia la frase: “Siamo sempre gli ultimi a sapere ciò che ha deciso il nostro cervello”, un’interessante riflessione sul rapporto tra umano e meccanico, tra intelligenza artificiale e consapevolezza personale. Il ricamo presenta inceppi, spigoli, come se la figura fosse tracciata con linee di un 
computer attraverso il ductus di un mouse. Il filo, che l’artista inserisce per la prima volta in un quadro nel 1999 per la sua personale “Misteri gaudiosi” alla Art gallery Banchi Nuovi di Roma, serve a innescare un processo di ragionamento sull’inattualità del gesto pittorico che deve continuamente combattere co il virtuale, il digitale, l’automatico. (…)»
Marina Giordano (da: “Trame d’artista”, ediz. Postmedia book, Milano 2012, alle pagg.128-129) 
"Sibilla" ricamo ed olio su lino, cm. 185 x 135
"Situation Comedy" part.
"Sibilla" part.

Post popolari in questo blog

ALFONSO LETO: gli anni Ottanta per un giorno

"Costantino Chillura - oltretutto"