"Zarathustra a Gibellina" installazione per "L'albero della cuccagna"

 



Sabato 10 ottobre ore 17.30, Fondazione Orestiadi, Gibellina (Tp)
L’albero della Cuccagna, nutrimenti dell’Arte
a cura di Achille Bonito Oliva –



L’ALBERO DELLA CUCCAGNA. Nutrimenti dell’arte, è una mostra diffusa in tutta Italia, tra musei, fondazioni pubbliche e private che coinvolge oltre 40 artisti internazionali, scelti da Achille Bonito Oliva per realizzare opere ispirate al tema arcaico dell’albero della cuccagna. Un simbolo di abbondanza eletto dall’arte a monito, per invitare a riflettere sui temi dell’alimentazione e sulle sue implicazioni sociali. 
La Fondazione Orestiadi presenta l’opera di Alfonso Leto,  Zarathustra a Gibellina e  quelle di Jonida Xherri: Barca di Cioccolato e Tappeto Mediterraneo. Il progetto viene realizzato sotto il patrocinio di EXPO 2015;  con la collaborazione del MiBACT e del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.


Alfonso Leto (S. Stefano Quisquina – AG), con la sua installazione Zarathustra a Gibellina parte dall’idea di adottare la grande metafora nietzschiana di Zarathustra, del suo ritrovato dominio dei sentimenti nel rapporto con gli uomini, che lo vede ridiscendere dalla montagna e, pacificato e perfettamente dominatore del sentimento umano, fra le sue molteplici fisionomie della saggezza, si rivolge all’amata e, riconquistando anche il principio stesso della terra,  sente il bisogno di ricorrere alla metafora del vino e della vigna per esprimere la prorompente idea dell’erotismo e della bellezza ritrovati. In questa visione installativa,  il brano scelto da questo grande libro ridiscende anch’esso dalle altitudini del linguaggio filosofico e dalla perfezione della sua lingua originale (e delle altre colte e accurate traduzioni italiane) per “riconquistare” la lingua terrena del dialetto visivo e letterario siciliano. Per fare ciò ricorre anche a forme e stilemi del dialetto visivo e “spirituale” del popolo che qui, nel meridione, identifica nelle luminarie festive la festa stessa dello spirito e la gioia dei semplici, in una visione che sembra da sola perpetuare nel tempo il concetto stesso di festa e di coralità della gioia. Le alte parole di Nietzsche sul vino e sull’amata, cadono su questi luoghi: il genio “fertilizza” la terra  e dall’incontro tra filosofia e antropologia nel nome del vino, nasce un “detonatore” linguistico che trasforma i versi poetici di Nietzsche in uno straordinario, inaspettato, inno siciliano al vino, alla vigna, alla terra e all’amore che si accende con i colori e gli arabeschi delle luminarie delle feste popolari del Mezzogiorno.

L’opera, installata  nelle adiacenze della Piazza XV gennaio di Gibellina, ed è stata realizzata con il contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e realizzata dall’Associazione Luminart, S.Stefano Quisquina.

 Link: Achille Bonito Oliva introduce il progetto per ARTRIBUNE Television (di Helga Marsala)






 


   




               












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